Lo spesometro diventa più leggero e guadagna la proroga

Lo spesometro imbocca la strada della semplificazione in attesa di scomparire con il debutto della fattura elettronica obbligatoria. E per la prima volta dopo 18 anni arriva l’applicazione delle norme dello Statuto del contribuente che prevedono un intervallo di 60 giorni tra l’emanazione di nuove regole e la scadenza del relativo adempimento. In questo modo il termine del 28 febbraio per l’invio dei dati delle fatture del secondo semestre 2017 e delle integrazioni senza sanzioni di quelle del primo semestre è destinato a slittare tra la fine di marzo e il mese di aprile. Aspetti su cui esprime «soddisfazione» il viceministro dell’Economia, Luigi Casero, nel commentare la bozza di provvedimento delle Entrate messa ieri in consultazione pubblica sul sito istituzionale . «Sono state accolte le istanze di grande semplificazione», continua Casero, emerse nel corso dei tavoli di confronto con operatori e professionisti istituiti all’indomani del caos che ha accompagnato tra settembre e ottobre la trasmissione delle informazioni relative a fatture emesse e ricevute nei primi sei mesi dello scorso anno. Parla di «fatto molto positivo» il presidente dei commercialisti, Massimo Miani, in relazione alla proroga e apprezza il metodo del confronto: «Molto probabilmente nel merito del provvedimento sul quale si aprirà ora il confronto resteranno le nostre distanze rispetto a quanto previsto da Entrate e Mef, ma non possiamo che accogliere positivamente questa novità per il metodo adottato, che ci auguriamo diventi la norma nei rapporti tra amministrazione fiscale e professionisti».

Il restyling recepisce le indicazioni formulate dal direttore dell’Agenzia, Ernesto Maria Ruffini, in commissione Finanze alla Camera in cui annunciava l’addio ai dati superflui (si veda Il Quotidiano del Fisco del 18 ottobre ). Un addio che si riscontra soprattutto nelle «specifiche tecniche e regole per la compilazione dei dati delle fatture» che accompagnano la bozza di provvedimento. Ad esempio se si guarda alle fatture emesse restano obbligatori solo i dati relativi alla partita Iva e del Paese del cedente o prestatore mentre diventano opzionali tutta una serie di informazioni che avevano complicato la vita di intermediari e contribuenti nel primo invio, tra questi la denominazione delle ditte o delle società, gli indirizzi, il numero civico e il Cap .

Tra le novità spicca senza dubbio la possibilità concessa a imprese e autonomi di optare per un invio semestrale dei dati in luogo di quello trimestrale. Ritorna poi il documento riepilogativo per le micro-fatture sotto i 300 euro. Una novità che consente ai soggetti di inviare i seguenti dati del documento riepilogativo: partita Iva del cedente o del prestatore per il documento riepilogativo delle fatture attive, partita Iva del cessionario o committente per il documento riepilogativo delle fatture passive, data e numero del documento riepilogativo, l’imponibile complessivo e l’imposta complessiva distinti secondo l’aliquota applicata.

La semplificazione, spiegano dall’Agenzia, avrà effetto retroattivo sulle comunicazioni integrative che i contribuenti vorranno inviare entro la prossima scadenza per correggere errori del primo invio. E per venire incontro agli intermediari arriva anche la «retro-compatibilità» dei software di mercato utilizzati da imprese e studi professionali per la comunicazione del primo semestre 2017. Per chi vorrà invece utilizzare software ufficiali delle Entrate, l’amministrazione renderà disponibili due nuovi programmi di controllo e di compilazione.

Fonte “Il sole 24 ore”