Il patent box prova la semplificazione: calcoli «standard» con i codici Ateco

di Carmine Fotina

Si semplifica il “patent box”per le piccole imprese. Una comunicazione inviata al ministero dello Sviluppo economico dall’agenzia delle Entrate, nell’ultimissima fase in cui alla direzione siedeva Ernesto Maria Ruffini, sancisce il cambio di passo già da settembre. L’agenzia ha infatti elaborato una “metodologia” che contempla un approccio standardizzato per la quantificazione dell’agevolazione, coerente con i principi elaborati dall’Ocse. Per le micro e piccole imprese l’accesso al patent box – il regime fiscale opzionale di tassazione del reddito d’impresa che intende favorire gli investimenti in marchi, brevetti e altre opere dell’ingegno – può costituire una difficoltà in alcune fasi. Ad esempio nell’illustrazione dei metodi e dei criteri di calcolo del contributo economico alla produzione del reddito d’impresa o della perdita. Di qui, in ottica di semplificazione, l’idea di definire, per i diversi codici di attività delle imprese , parametri di riferimento che aiutino a calcolare in modo standardizzato il valore dei beni intangibili. Si punta ad applicare il metodo del «residual profit split» in una modalità standardizzata in base alla quale il contribuente non deve predisporre un’analisi di benchmark “ad hoc” per valutare la remunerazione delle attività routinarie. In pratica, sarà la direzione centrale grandi contribuenti a fornire delle analisi di benchmark predefinite, distinte per i codici attività Ateco 2007, in modo da ricoprire tutti i settori economici. Ci si basa su campioni di società indipendenti da utilizzare per la valutazione della redditività delle funzioni routinarie di produzione, distribuzione e prestazione di servizi, con riferimento ai singoli settori. «Una volta individuata la remunerazione delle attività routinarie – si legge nella comunicazione delle Entrate – si potrà individuare, per differenza, la remunerazione riferibile al bene immateriale oggetto di agevolazione».

Lo schema di lavoro prevede che l’agenzia, in fase di contraddittorio con la micro o Pmi di turno, riscontri la possibilità di applicare la metodologia standardizzata e, quindi, effettui una proposta (vincolante e non modificabile) al contribuente. La corsia semplificata dovrebbe anche facilitare uno smaltimento più veloce delle pratiche e in prospettiva innalzare i risultati del patent box, che nel 2017 ha visto la conclusione di 431 accordi.

La comunicazione inviata al ministero dello Sviluppo preannunciava la partenza della metodologia a partire da settembre dagli uffici delle direzioni regionali, competenti per le istanze con ricavi/volume d’affari del contribuente fino a 300 milioni.

Secondo l’agenzia delle Entrate trattandosi di meccanismi di standardizzazione (e non di forfetizzazione), peraltro graduati per codice di attività e applicabili a funzioni routinarie, la nuova metodologia non è in contrasto con le impostazioni Ocse. E quindi non si può escludere che, dopo questa sperimentazione sulle operazioni minori, la metodologia possa poi essere estesa anche alla grandi istruttorie, di competenza delle strutture centrali.

 Fonte “Il sole 24 ore”