Più dati ma anche più riscontri. La presenza di maggiori informazioni nelle dichiarazioni precompilate (il plurale è d’obbligo visto che ai 730 si aggiungeranno anche gli Unico web) non esonera affatto i contribuenti – o Caf e intermediari abilitati, nel caso in cui non si scelga il «fai-da-te» – dal riscontrare le informazioni già caricate. Un’indicazione in tal senso è arrivata dall’Agenzia anche nell’ultima edizione di Telefisco. In risposta a un quesito che riguardava proprio il nuovo afflusso di spese sanitarie, universitarie e per previdenza complementare, le Entrate hanno chiarito che se il contribuente riscontra, nella dichiarazione proposta, «dati non corretti o incompleti, prima di procedere all’invio è tenuto a modificare la dichiarazione, direttamente online oppure rivolgendosi al proprio sostituto d’imposta ovvero a un Caf o professionista abilitato».
Dal prossimo 15 aprile i circa 20 milioni di contribuenti interessati dal 730 e i 10 milioni interessati da Unico dovranno, quindi, prendere confidenza con le cifre indicate nel modello. Alcune “opportunità” di approfondire possono derivare dall’esperienza dell’anno scorso. È il caso dei quadri A e B dedicati rispettivamente a terreni e fabbricati in cui può essere opportuno riscontrare la presenza di tutti i fabbricati posseduti, la corretta indicazione della rendita catastale e del «Codice utilizzo».
È chiaro che, però, la vera partita si gioca sugli oneri detraibili o deducibili e sui redditi. Nel primo caso, se è vero che il patrimonio di informazioni è aumentato bisogna considerare che potrebbero esserci delle lacune. Ad esempio, tra le spese sanitarie mancheranno sia i farmaci da banco per cui non c’era l’obbligo della ricetta sia gli esborsi per le cure presso i fisioterapisti (questi ultimi sono stati esonerati dalla trasmissione). Ecco quindi che, nonostante i 420 milioni di informazioni a disposizione sulle cure e sui medicinali degli italiani, qualche buco potrebbe esserci. Non solo, perché poi c’è tutto l’altro fronte, su cui l’Agenzia ha lavorato e sta lavorando, sulla qualità del dato trasmesso, che potrebbe essere incompleto o non pienamente rispondente alla realtà. Una considerazione a parte merita la questione della prima rata per i bonus sui lavori in casa (50%) e per risparmio energetico (65%) in relazione alle spese sostenute nel 2015. Sempre a Telefisco l’Agenziaha precisato di non poter inserire questi dati nella precompilata a causa della necessità di verificare preventivamente le condizioni soggettive (come il possesso o la detenzione dell’immobile) e oggettive (per esempio la tipologia di intervento e un limite di spesa). Saranno nel foglio informativo e spetterà al contribuente inserirli nel proprio modello 730.
L’altro punto chiave riguarda i redditi, su cui vale lo stesso discorso dei bonus e su cui, quindi, il contribuente non può esimersi dal verificare e dal correggere le cifre errate. Un aspetto particolarmente delicato è rappresentato da chi ha percepito più redditi ed è stato destinatario di più certificazioni uniche. La liquidazione dell’imposta dovuta o del credito spettante dipende proprio dalla presenza di tutti i redditi e degli elementi “caratterizzanti” come per esempio i giorni di lavoro, che diventano decisivi per il calcolo della specifica detrazione spettante.