Pronto il certificato unico che fotografa i debiti tributari

L’agenzia delle Entrate ha reso noti i facsimile del modello e della richiesta
Il debitore o il Tribunale sono gli unici che possono avvalersi del documento

Arriva il certificato unico dei debiti tributari. A prevederlo era il Codice della crisi d’impresa e ora l’Agenzia delle Entrate ha messo a punto il modello. Con un provvedimento diffuso ieri , infatti, l’amministrazione finanziaria ha reso noto sia il facsimile del certificato sia il modello per la richiesta. A potere presentare la richiesta solo due soggetti: il debitore stesso oppure il Tribunale. Già oggi alcuni uffici giudiziari nella fase prefallimenatre si premurano di avare un quadro il più possibile aggiornato dell’esposizione dell’mprenditore nei confronti del Fisco, tenuto conto che è quest’ultimo, di gran lunga, il creditore economicamente più significativo.

Si completa in questo modo uno degli adempimenti operativi che la riforma della Legge fallimentare metteva a capo delle Entrate, allineandola del resto a quanto sino a ora era previsto solo sul fronte Inps e Inail. Ma in realtà il certificato unico, che permetterà di avere una fotografia assai più aderente alla realtà dell’esposizione debitoria in particolare e della più generali condizioni economiche dell’impresa, va letto anche in una chiave diversa. Quella di tutto il Codice della crisi, che punta a scongiurare il precipitare della situazione e a evitare l’insolvenza.

In questa prospettiva, allora, potere disporre di uno strumento efficace e aggiornato che inquadri la crisi prima che diventi irreparabile sarà certo utile e, nei fatti, ratifica oltretutto le buone pratiche in essere in alcuni degli uffici giudiziari del Paese, rendendo strutturale quello che adesso è sporadico.

Sulla base dei dati tratti dalle interrogazioni al sistema informativo dell’anagrafe tributaria, chiarisce il provvedimento, l’ufficio certifica l’assenza di debiti tributari o l’esistenza di debiti tributari non soddisfatti. In quest’ultimo caso i dati sono forniti attraverso un prospetto articolato in 11 colonne (da A a M), nel quale i debiti tributari sono distintamente indicati nell’ammontare e nello stato della riscossione alla data di rilascio del certificato.

Nelle colonne da A ad E sono fornite le informazioni sulla tipologia dell’atto al quale si riferisce il debito (ad esempio avviso di accertamento, atto di contestazione,cartella di pagamento, comunicazione degli esiti), il numero identificativo dell’atto, l’anno di imposta, la data di notifica e l’importo residuo dovuto del debito. Per importo residuo del debito deve essere considerato l’importo dovuto alla data di rilascio del certificato a titolo di imposta, sanzioni e interessi con esclusione degli interessi di mora.

Fonte “Il sole 24 ore”